Perché si estinsero i dinosauri: tutte le ipotesi principali

Come insegna il film Jurassic Park, la teoria più nota sull’estinzione dei dinosauri è quella che coinvolge un impatto catastrofico. Ma oggi, grazie alla paleontologia e alla geologia, sappiamo che non si tratta dell’unica spiegazione possibile. Diversi scenari sono stati ipotizzati dagli scienziati per spiegare la scomparsa di questi grandi rettili, avvenuta circa 66 milioni di anni fa, al termine del periodo Cretaceo.

L’impatto dell’asteroide: la teoria più accreditata

Secondo la teoria formulata dal fisico Luis Alvarez, un asteroide di circa 10 chilometri di diametro avrebbe colpito la Terra nel punto oggi noto come cratere di Chicxulub, al largo della penisola dello Yucatán. L’impatto avrebbe sprigionato un’energia pari a milioni di bombe atomiche, provocando uno tsunami planetario, incendi globali e una gigantesca nube di polveri e gas.

Questa nube avrebbe oscurato il sole per mesi o anni, abbassando drasticamente le temperature e compromettendo la fotosintesi. L’ecosistema crollò in cascata: le piante morirono, gli erbivori rimasero senza cibo, e così anche i carnivori. L’evento lasciò un’impronta geologica visibile ancora oggi: uno strato ricco di iridio, raro sulla Terra ma comune negli asteroidi, segnala in tutto il mondo il cosiddetto limite K-Pg, ovvero il passaggio tra Cretaceo e Paleogene.

Le eruzioni vulcaniche dei Trappi del Deccan

Un’altra ipotesi supportata da dati geochimici riguarda le enormi eruzioni vulcaniche avvenute in India, nell’area dei Trappi del Deccan, nello stesso periodo. Queste eruzioni, durate migliaia di anni, avrebbero rilasciato nell’atmosfera grandi quantità di anidride carbonica e biossido di zolfo, contribuendo a un cambiamento climatico progressivo. Le temperature fluttuarono bruscamente, l’acidificazione degli oceani alterò la vita marina e molte specie terrestri entrarono in crisi già prima dell’impatto dell’asteroide.

Ipotesi alternative e teorie complementari

Oltre alle due spiegazioni principali, sono state avanzate anche altre ipotesi, alcune più speculative ma comunque oggetto di studio.

L’ipotesi fungina suggerisce che, dopo le catastrofi ambientali, la diffusione massiva di spore fungine possa aver aggravato le difficoltà respiratorie degli animali sopravvissuti.

Alcuni studiosi hanno proposto che i dinosauri, per caratteristiche biologiche (grandi dimensioni, metabolismo dipendente dal calore esterno), fossero già in declino e poco adatti ad affrontare cambiamenti ambientali rapidi.

Oggi molti paleontologi adottano una visione multifattoriale: l’impatto dell’asteroide potrebbe aver rappresentato il colpo finale a un ecosistema già indebolito da altri fattori.

Cosa accadde dopo l’estinzione?

L’estinzione del 75% delle specie viventi – tra cui tutti i dinosauri non-aviani, ma anche ammoniti, pterosauri e molte forme marine – aprì la strada a una nuova fase evolutiva. I piccoli mammiferi, più adattabili e a sangue caldo, riuscirono a sopravvivere e a colonizzare le nicchie ecologiche lasciate libere. Questo processo, iniziato nella crisi, avrebbe portato milioni di anni dopo alla comparsa dei primati e infine dell’uomo.

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