Visto dallo spazio il nostro pianeta appare come una gigantesca palla blu. La terraferma occupa 1/3 della superficie del pianeta. Più di 7 miliardi e mezzo di persone, in costante crescita, abitano su territori ancora più ristretti. Ci sono intere porzioni di territorio in Russia, Cina, Australia, Brasile, Africa sahariana, Canada e Antartide praticamente disabitate. Le persone tendono a vivere in prossimità del mare, per facilitare gli scambi commerciali, oppure vicine ai fiumi nei crocevia dei mercati e per avere accesso all’acqua. Le più grandi città del mondo o sono sui mari o sono sui fiumi. Questo per sottolineare quanto l’acqua è importante per l’uomo. Però oggi molti fiumi e molte coste sono inquinate.
E sono inquinate a causa dell’uomo.
Prima della Rivoluzione Industriale del XIX secolo, l’inquinamento era nettamente minore. Non che non ci fosse o che l’uomo non avesse già combinato disastri: ad esempio, la deforestazione per costruire navi aveva colpito la Spagna, un tempo una potenza, spinta dal desiderio di trovare oro al di là dell’Atlantico. Ma con la rivoluzione industriale abbiamo iniziato a inquinare l’ambiente, dal momento che l’acqua è un elemento spesso indispensabile nella trasformazione delle materie prime. All’inizio, con una popolazione tutto sommato contenuto e grandi spazi da conquistare, non si pensava che l’inquinamento rappresentasse un grande problema. sembrava contenuto ad alcune aree o zone industriali, come i giacimenti carboniferi in Germania o in Inghilterra.
Eppure non ci si era resi conto che maggiori cicli di lavorazione delle materie prime, avrebbero portato inevitabilmente a un benessere collettivo diffuso, che avrebbe provocato un’esplosione demografica (unitamente al miglioramento dell’agricoltura, dei trasporti e della medicina). Secondo il WWF oggi tutto il pianeta è contaminato: dai poli ai tropici, dall’equatore agli oceani, dalle foreste ai fiumi e ai laghi.
Che cosa è l’inquinamento dell’acqua
L’inquinamento idrico può essere definito in molti modi. Di solito, significa che una o più sostanze si sono accumulate nell’acqua in misura tale da causare problemi agli animali o alle persone. Oceani, laghi, fiumi e altre acque interne possono naturalmente purificare una certa quantità di inquinamento disperdendolo in modo innocuo. Se si versa una tazza di inchiostro nero in un fiume, l’inchiostro scompare rapidamente nel volume molto più grande di acqua pulita del fiume. L’inchiostro sarebbe ancora lì nel fiume, ma in una concentrazione così bassa che non sareste in grado di riconoscerlo.
A livelli così bassi, le sostanze chimiche nell’inchiostro probabilmente non presenterebbero alcun problema reale. Tuttavia, se si versassero litri di inchiostro in un fiume ogni pochi secondi attraverso un condotto, il fiume diventerebbe rapidamente nero. Le sostanze chimiche contenute nell’inchiostro potrebbero avere un effetto sulla qualità dell’acqua. Questo, a sua volta, potrebbe influire sulla salute di tutte le piante, gli animali e gli esseri umani la cui vita dipende dal fiume.
Quindi, l’inquinamento dell’acqua è una questione di quantità: quanto di una sostanza inquinante viene rilasciata e quanto grande è il volume d’acqua in cui viene rilasciata. Una piccola quantità di una sostanza chimica tossica può avere un impatto minimo se viene riversata nell’oceano da una nave. Ma la stessa quantità della stessa sostanza chimica può avere un impatto molto maggiore se pompata in un lago o fiume, dove c’è meno acqua pulita per disperderla. Se più navi poi inquinano un tratto di navigazione, nel corso degli anni, state sicuri che costituirà un problema. Lo stesso vale per una porzione di territorio nella quale c’è una falda acquifera che dà luogo a una sorgente: se viene inquinata nel tempo prima o poi si verificheranno danni irreparabili.
Una grande quantità d’acqua è contenuta in strutture rocciose sotterranee note come falde acquifere, che non possiamo vedere e a cui raramente pensiamo. L’acqua immagazzinata nel sottosuolo nelle falde acquifere alimenta i nostri fiumi e fornisce gran parte dell’acqua potabile, utilizzata per irrigare i campi. Anche questi possono essere inquinati, ad esempio, utilizzando agenti chimici che inquinano le acque nei dintorni. Acque che verranno poi riutilizzate nel ciclo, già contaminate. Si stima che in alcune zone più di metà dei pozzi naturali che danno accesso alle falde, siano inquinati dagli agenti utilizzati in agricoltura o nelle lavorazioni industriali e persino nell’uso domestico.
quando gli erbicidi utilizzati nei campi delle persone drenano nel terreno. L’inquinamento delle acque sotterranee è molto meno evidente dell’inquinamento delle acque superficiali, ma non è meno problematico. Nel 1996, uno studio condotto in Iowa, negli Stati Uniti, ha scoperto che oltre la metà dei pozzi sotterranei dello stato erano contaminati da erbicidi.
La tipologia di inquinamento può dar luogo a inquinamento puntuale o diffuso:
Se l’inquinamento proviene da un unico luogo, come una condotta di scarico collegata a una fabbrica, parliamo di inquinamento puntuale. Altri esempi di inquinamento da fonte puntuale includono una fuoriuscita di petrolio da una petroliera, lo scarico da una ciminiera, o una persona che versa olio dalla propria auto in una discarica non autorizzata. Purtroppo però la maggior parte dell’acqua non avviene da un’unica fonte, ma da molte fonti sparse e diverse, il che rende complicato il suo contenimento. Si parla in questo caso di inquinamento diffuso.
Cause di inquinamento idrico
Sono tante le cause di inquinamento dell’acqua. Un’immagine tristemente familiare è quella delle chiazze di petrolio in mare, i cormorani intrisi d’acqua che muoiono sul bagnasciuga.
Purtroppo la stragrande maggioranza dell’inquinamento non inizia nell’acqua. Per esempio gli oceani: l’80% dell’inquinamento dei mari dipende dagli scarichi da terra. Le navi inquinano molto meno. In generale qualsiasi attività umana ha le capacità di creare inquinamento. Quando gli agricoltori fertilizzano il terreno con sostanze chimiche, queste vengono trasportate dalla pioggia sottoterra andando a inquinare le falde presenti nella zona. A volte l’inquinamento dell’acqua avviene per motivi sorprendenti. Gli agenti chimici presenti nei gas di scarico delle ciminiere possono rimanere sospese nell’atmosfera e venire restituite alla terra, in un luogo diverso, sotto forma di pioggia inquinando nuove zone.
Conseguenze ed effetti dell’inquinamento dell’acqua
Una conseguenza tangibile dell’inquinamento idrico è la siccità nonché la mancanza d’acqua sicura per alimentazione o coltivazione di cui soffrono alcune popolazioni del mondo. I liquami non possono essere utilizzati se non dopo apposita depurazione.
L’OMS nel 2016 aveva calcolato che oltre 2,4 miliardi di persone non avevano accesso ad acque pulite e depurate. La presenza di liquami nei fiumi, nei laghi e nelle coste, in prossimità di scarichi industriali comporta anche la diffusione di epidemie e malattie dovute a scarsa igiene.
Per ovviare a questi problemi si tenta di immettere le acque inquinate, attraverso la depurazione, nei cicli di utilizzo dell’acqua. Un’altra conseguenza è che l’uso di acque ricche di elementi chimici come azoto e fosforo, nonostante siano utili, risultino sempre sovrabbondanti se unite ai fertilizzanti impiegati in agricoltura. I mari sono sempre più inquinati dalle alghe che crescono maggiormente a causa degli scarichi di questi agenti usati in agricoltura.
C’è poi uno spreco d’acqua notevole, dal momento che le popolazioni non utilizzano le acque inquinate quando ben informate. La soluzione sarebbe costruire impianti di depurazione a monte, ma costano e in zone povere non è semplice progettarli.
Le principali sostanze che inquinano le acque sono:
- detergenti domestici e industriali
- componenti elettroniche che rilasciano sostanze
- perdite radioattive (intorno alle centrali nucleari o ai siti di stoccaggio delle scorie radioattive, comprese quelle degli ospedali e dei laboratori)
- oli di macchina, oli di lavorazione nelle fabbriche, spesso necessari per mantenere lubrificati gli ingranaggi.
- petrolio e idrocarburi in genere grezzi e lavorati.
- scarichi industriali
- liquami e perdite di acqua
- residui di lavorazione delle miniere o di altre estrazioni
- rifiuti rilasciati nel mare come plastica, gomma, cibi, metalli, carta
- nuovi insediamenti urbani
- resti di animali e carcasse
- perdite di condotte da reti urbane e industriali