I continenti sono in movimento. Enormi distese di superficie terrestre si stanno separando e verranno trasportate per migliaia di chilometri attraverso il globo. La superficie della Terra è costituita da un sistema di enormi zolle che si spostano come zattere sulle correnti che fluiscono nell’interno fuso del pianeta. Cosi dice la teoria della tettonica a zolle, uno dei concetti più importanti sulla comprensione del nostro globo. Sebbene la teoria della tettonica a zolle abbia poco più di mezzo secolo e sia ancora in fase di studio, si è già dimostrata un possente strumento di indagine. Essa spiega la formazione delle montagne,i terremoti, i vulcani, i climi del passato e la natura dei fondali oceanici. Le società minerarie ed i ricercatori di petrolio vengono guidati dalla tettonica a zolle nelle loro ricerche per scoprire nuovi giacimenti di minerali e del prezioso oro nero.
La teoria tettonica vede la crosta terrestre come un gigantesco mosaico dotato di mobilità. Lo strato più esterno del pianeta, cioè la litosfera, si è frantumato in una serie di zolle rigide, dello spessore di circa 96km galleggianti sull’interno della Terra, come un frammento di guscio sopra un uovo alla coque. L’interno della Terra è solido, ma può insinuarsi lentamente nelle fenditure come miele bollente. A mano a mano che l’interno si sposta e scorre, le zolle vengono trascinate portandosi appresso i continenti. Si ritiene che questi ultimi un tempo siano stati riuniti in un unico gigantesco continente denominato Pangea. Questa immensa e unica massa terrestre, che era circondata dal grande oceano universale chiamato Panthalassa (mare unico), cominciò a spezzarsi più di 200 milioni di anni fa. Le parti si staccarono l’una dall’altra migrando verso la posizione che occupano oggi, ma il loro viaggio continua ancora. La parte settentrionale di Pangea comprendeva quella che oggi è l’America Settentrionale, l’Europa e l’Asia centrosettentrionale. La parte inferiore comprendeva il Sud America, l’Australia, l’Africa, l’India e l’Antartide. Poi, circa 160-180 milioni di anni fa, i movimenti dell’interno della Terra (mantello) cominciarono a provocare la divisione in due del continente. Le acque che dovevano diventare l’Atlantico settentrionale, il mar dei Caraibi e l’oceano Indiano iniziarono ad allargarsi, inserendosi nella frattura. Pressappoco 125 milioni di anni fa l’America meridionale e l’Africa cominciarono a separarsi, provocando la formazione dell’Atlantico meridionale. Circa 80 milioni di ani fa la Groenlandia si divise dall’America del Nord; 45 milioni di anni fa l’Australia si staccò dall’Antartide migrando verso nord, mentre l’India iniziò a premere contro la piattaforma continentale dell’Asia, fino a scontrarsi in modo quasi epico. La prova di questo scontro è la grande catena montuosa dell’Himalaya.
La teoria dell’evoluzione di Darwin aiutò molto la teoria di Wegener che si basava non solo sulla conformazione dei continenti (Africa e America del Sud combaciano alla perfezione, ma così anche l’Europa atlantica e il Canada), ma anche sull’osservazione delle specie di piante e animali che abitavano alcune zone. La teoria metteva in evidenza come le diverse specie potevano evolversi in zone separate della Terra purché fossero sufficientemente distanti da evitare gli incroci fra specie animali e vegetali che si venivano differenziando. Infatti le diversità degli animali selvatici, fra di loro, si spiegano con i successivi adattamenti a diversi habitat. La correlazione tra i fossili portava a una conclusione ovvia. tutti i continenti separati una volta erano uniti. Questa teoria non solo va d’accordo con le prove fossili, ma spiega anche la sequenza delle rocce formatesi da 500 a 150 milioni di anni fa sia pressoché identica ovunque.