Le armi nucleari sono degli ordigni esplosivi che al momento della detonazione rilasciano una grande quantità di energia sotto forma di calore. A produrre questa infernale bolla di fuoco sono delle reazioni nucleari. Gli effetti più tangibili dell’esplosione di una bomba atomica sono la distruzione pressoché totale nell’area dell’esplosione, con formazione di crateri (ground zero) e la diffusione di pericolose radiazioni, attraverso l’espulsione di materiale radioattivo scatenato dalla reazione incontrollata. La proliferazione delle armi nucleari è andata avanti fino agli anni Settanta, spinta dalla Guerra Fredda e dalla corsa agli armamenti. Ospitate su ogive a trazione missilistica sempre più potenti, le testate nucleari diffuse in Europa a metà degli anni Ottanta erano in grado ancora di distruggere la nostra civiltà. I trattati di smantellamento e il bando dei test hanno ridotto l’impatto delle armi, possedute in larga parte da Stati Uniti d’America e Russia (che controlla anche l’arsenale atomico degli ex paesi sovietici), ma non mancano i pericoli provenienti da paesi come l’Iran e la Corea del Nord.
Quanto distrugge una bomba
Gli effetti delle esplosioni nucleari sull’uomo hanno carattere letale, sia per esposizione diretta che indiretta: la stessa vita animale e vegetale rimane sconvolta da un’esplosione. Questi effetti non sono il frutto di sperimentazioni, dal momento che – purtroppo – abbiamo a disposizione gli studi effettuati sui luoghi delle esplosioni, a partire da quella di Hiroshima del 6 agosto 1945. In base alla potenza dell’arma usata, che si misura in kiloton, cioè l’energia liberata dall’esplosione di 1000 chili di tritolo, l’area di devastazione può estendersi nel raggio di diversi chilometri, con effetti distruttitivi decrescenti a seconda della distanza. Vicino all’esplosione il caldo è così intenso, che l’aria viene come risucchiata e vaporizzata insieme agli organismi viventi. Subito dopo il bang iniziale, il calore estremo provoca una gigantesca onda di pressione di aria calda che si muove verso l’esterno a velocità inaudita, distruggendo ogni cosa, compresi fabbricati in cemento armato. Un’arma sola è in grado di distruggere tutte le infrastrutture umane e lasciare un cratere al posto di una città delle dimensioni di Firenze. Tra gli effetti più nocivi, legati all’utilizzo del materiale nucleare, ci sono le radiazioni. Già al momento dell’esplosione le persone, le piante, gli animali e ogni cosa nelle vicinanze viene bombardata da un fascio concentrico di radiazioni, ma esse in genere vengono estinte dalla forza della bolla di calore. Quelle più lontane vengono invece investite dalle radiazioni, che sono in grado di penetrare la struttura cellulare e comportare significativi cambiamenti nel DNA, causando tumori nell’uomo e negli altri organismi. I danni permangono per molti anni, perché il tempo di decadimento dei materiali radioattivi è piuttosto lungo. L’area di danneggiamento può essere più estesa se si considera l’azione del vento che può trasportare la nube radioattiva anche a migliaia di chilometri di distanza.